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Il Goethe-Institut di Buenos Aires presenta una serie di film indipendenti

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da Giovedi 8 e fino 22 aprile, Il Goethe-Institut Buenos Aires realizzerà il ciclo del Nuovo Cinema Indipendente di Amburgo, incontro organizzato in collaborazione con la Sala Lugones del Complesso Teatrale di Buenos Aires (CTBA).

È una proposta online gratuita, composto da nove produzioni contemporanee realizzate da registi di Amburgo e che possono essere viste attraverso la piattaforma Vivamos Cultura.

A sua volta, il ciclo avrà una presentazione ufficiale, dal critico cinematografico e programmatore Roger Koza, anche con accesso gratuito (sarà necessaria solo una precedente registrazione).

La città portuale della Germania settentrionale ha una prolifica storia cinematografica. Ospita un'istituzione pubblica scelta da diversi artisti per incontrarsi, addestrare e scambiare conoscenze e convinzioni, la Scuola Superiore di Belle Arti, noto come HFBK. Ad amburgo, cinema indipendente, sperimentale e cooperativo mette radici, si rafforza e ha una lunga tradizione.

Diverso nel contenuto e nella forma, le opere scelte condividono un comune denominatore: osservazione acuta dell'alieno, che gli amministratori e gli amministratori si avvicinano con interesse radicale. Mettono in dubbio ciò che è spesso dato per scontato e, senza imporre definizioni, trovare l'equilibrio tra libertà artistica e controllo estetico.

Al di là della varietà di temi, i film del primo programma “Olanda” di Bernd Schoch, "Ada Kaleh" di Helena Wittmann, "Primo ad entrare, prima uscita ”di Zacharias Zitouni e“ Dopo due ore, erano passati dieci minuti ”di Steffen Goldkamp condividono un profondo interesse per i viaggi e si distinguono per l'attenta osservazione dell'intimità dei loro protagonisti.

I film del secondo programma indagano con totale curiosità il più terreno o terreno- dei legami e del rapporto con il proprio ambiente. In “Il tempo passa come un leone ruggente” di Philipp Hartmann, "Casanovagen" de Luise Donschen, "I gufi sono cresciuti grandi come la mezzaluna" di Maya Connors, "Flexible Bodies" di Louis Fried e "The Satanic Weed III" di Willy Hans le nozioni di tempo, d'amore, famiglia e lavoro vengono affrontati con una sensibilità molto tipica di ogni regista.

In tutti i film, nomi e ruoli si intersecano nei vari titoli di coda: registi e registi si conoscono e si riconoscono. Sembra che tutto il loro sforzo sia quello di mantenere attiva la produzione audiovisiva con un profondo impegno e consapevolezza che il cinema si fa e resta in vigore solo collettivamente..

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